August 2013 newsletter

XX REVIEWS &&& LUNUS REVIEW by Vittore Baroni &&& nextcoming ...

Italian language review of  XX ( http://www.teatrosatanico.it/it/discografia.html?d=xx.html ) in THE NEW NOISE web-zine pages ( http://www.thenewnoise.it/teatro-satanico-xx  )


TEATRO SATANICO
XX


Devis “deviLs” Granziera, figura  - tanto sotterranea quanto importante – che ha imperversato sin dai primissimi Novanta nella scena tardo-industriale italiana e ancor prima col movimento pandemico del T.O.P.Y., saluta su Nedac i vent’anni del suo progetto Teatro Satanico, coadiuvato da Roberto “Kalamun” Pasini e Mauro Martinuz. Dalle esternazioni malsane degli esordi a questo ultimo XX, passando dall’ovunque ben accolto Fatwa (2012), la dichiarazione d’intenti del Teatro Satanico riguarda sempre la dissacrazione di qualsivoglia dogma musicale e una ricerca creativa sempre in contatto con urgenze espressive interiori.
Le cinque tracce inedite sul lato A di quest’edizione in vinile sono scorci di disinibito synth-pop “autoriale” a sfondo industrial che, ad esempio in “Teatro Della Memoria”, strizza l’occhio a certi lavori dei Throbbing Gristle come “United” o “Distant Dreams pt2”. Eccellenti i testi: da autentico maudit in “Mondo Cane” (non solo un omaggio a Yves Klein, ma anche un canto di manifesta inconciliabilità con lo stato di coma senziente della gente), intrisi di nichilismo in “La Farmacia Dell’Angelo”, di condanna alle derive ideologiche ne “L’Occidente”.
Per concludere, e festeggiare, sul lato B ci sono due brani del lontano 1993 (“Confesso Tutto!” e “Comandante Bruno”), perché il futuro si costruisce sulle basi del passato e – a giudicare dalla maturità di XX – questo è un passato di quelli forti.

Tommaso Gorelli


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Italian language review of  XX in SODAPOP web-zine pages ( http://www.sodapop.it/rbrth/reviews/1812-teatro-satanico-xx-nedac-2013.html )


Teatro Satanico
XX
(Nedac, 2013)

Vent'anni che ci inquietano, i Teatro Satanico: il tempo vola, quando ci si diverte. Quattro lustri intensi, che vengono doverosamente celebrati con un vinile blu in tiratura limitata, grafica minimale e titolo laconico, diviso, come un'effige di Giano, fra un lato che guarda indietro, significativamente marcato 1993 e uno che ci propone alcune nuove incisioni, 2013.
Del lato rivolto al passato, portando l'antico nome Teatro Satanico Charles Manson, è presto detto: suoni isolazionisti sullo sfondo e tetro recitato in primo piano, con due brani che non è eccessivo definire classici come Comandante Bruno e Confesso Tutto!, uno dei pezzi più disturbanti e sgradevoli che mente umana abbia mai concepito. Di queste provocazioni oggi rimane poco: la strada è stata percorsa fino in fondo e andare oltre a certe nefandezze era francamente impossibile, a meno di non volersi incartare nell'infinita ripetizione di tattiche shockanti che, coi tempi che corrono, sono buone a scandalizzare solo parroci di campagna e redattori di Repubblica. Il Teatro Satanico del 2013 ha dunque una veste presentabile, la stessa che avevamo conosciuto nel precedente Fatwa, e taglia chirurgicamente i ponti col passato e con un'immagine antisociale che rischiava di diventare uno stereotipo. La frattura col mondo non è comunque ricomposta. Nei cinque pezzi nuovi (che occupano stranamente la prima facciata, per cui all'atto dell'ascolto si è costretti a un percorso a ritroso) si respira un senso di fine ineluttabile e di rassegnazione che è la logica e coerente conclusione del percorso poetico intrapreso dal gruppo fin dagli albori. Veniamo accolti dalla lamentosa preghiera cantata in francese (Oh Mon Dieu, oh Mon Diable...) di Mondo Cane (à Yves Klein), che su distese di morbidi synth chiede protezione dalla massa e meritato oblio. Teatro Della Memoria salmodia, con fare ferrettiano, un'invettiva contro la memoria e i suoi schemi precostruiti, che conferma, ancora una volta, i Teatro Satanico inutilizzabili per ogni partito e parrocchia. È un brano che si regge sull'incidere sicuro di una linea di sintetizzatore e una minimale batteria a metronomo; lungo le stesse coordinate è il testamento senza speranza de La Farmacia Dell'Angelo (Satana non mi salverà / e memmeno il loro dio / se ci sarà un aldilà /sarà come l'aldiqua), tematicamente legata a una The Owl che strizza l'occhio, e lo fa benissimo, alla cold wave in stile Kirlian Camera, per un addio consapevole e senza rimorsi. Quello che ci è lasciato in eredità è il rock industriale di L'Occidente, monito a guardarsi da un'idea, quella dell'Occidente appunto, che ha esaurito il suo compito storico e non ha più nulla da dare, se non infinite menzogne. Che questo sia, come potrebbe suggerire il senso di morte che pervade tutte le tracce, l'ultimo capitolo dei Teatro Satanico, poco importa. Quella che emerge da XX è l'immagine di un gruppo che, anche nel momento della (apparente) rassegnazione, non rinuncia a gettare uno sguardo lucido sulla realtà circostante, senza scontarle nulla: un metodo indispensabile per sopravvivere alla tempesta del presente. Satanismo o barbarie.


Emiliano Zanotti


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Italian language review of  XX in DAGHEISHA web-zine pages ( http://www.dagheisha.com/prod/music/reviewCd.jsp?idCd=7438 )

Teatro Satanico
XX
Year: 2013
Label: NEDAC

Tracks:
Side A
1. Il Mondo Cane (à Yves Klein)
2. Il Teatro Della Memoria
3. La Farmacia Dell'Angelo
4. The Owl
5. L'Occidente

Side B 1993 Teatro Satanico Charles Manson
1. Comandante Bruno
2. Confesso Tutto!


Uno stupendo vinile colorato in trecento copie limitate è stato scelto per festeggiare il ventennale di questo duo synth punk che in qualunque altro paese sarebbe stato eretto a gruppo di culto ed invece dalle nostre parti è ancora costretto a vagare underground. Due testimonianze della loro storia affiancano cinque inediti che guardano all'odierno senza sudditanza nei confronti del passato e soprattutto crescono di ascolto in ascolto. 'Il Mondo Cane', con tanto di dedica a Yves Klein, e 'La Farmacia Dell'Angelo' rivelano un approccio lirico mai banale ed intriso di nichilism, 'Il Teatro Della Memoria' cita i Throbbing Gristle e 'L'Occidente' rappresenta una risposta a chi considera conclusa l'esperienza tardo industriale. Il secondo lato è riservato a due estratti dall'archivio degli esordi con Devis “deviLs” Granziera che può liberamente mostrare il manifesto di un progetto che ha proseguito nel proprio percorso evolutivo senza mai deragliare nel commerciale o perdere di vista i propri obiettivi. Se avete apprezzato 'Fatwa' andate sul sicuro.


A cura di Divine @ 05/08/2013

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Italian language review of  XX  in ROSA SELVAGGIA web-zine pages ( http://www.rosaselvaggia.com/recensionidischi_est_13_3.htm )


TEATRO SATANICO
XX
LP (Nedac)

In uno splendido vinile di colore blu i TS fanno i conti sia con il loro passato che con il loro presente. Il lato A , intitolato 2013 rappresenta il presente della band con 5 brani inediti realizzati e suonati dall'ultima formazione che vede in azione, oltre al fondatore, Devis “deviLs” Granziera, Roberto “Kalamun” Pasini e Mauro Martinuz. Secondo il mio parere questa è la formazione migliore in quanto il suono è maturato diventando più articolato e ricercato. Il lato B, intitolato 1993, rappresenta invece il passato della band quando si chiamava ancora Teatro Satanico Charles Manson e Devis era accompagnato da Kundalini. Le tracce sono “Comandante Bruno” e “Confesso” caratterizzate da suoni e atmosfere cupe e claustrofobiche. I brani sono molto ermetici e secondo me piaceranno di più ai fan della prima ora. Secondo il mio modesto parere nel 2013 i TS sono più maturi e molto più ricercati di prima e ciò è dimostrato dalla qualità dei brani del lato A (quello che prediligo). La band veneta dimostra di essere una tra le migliori del genere in Europa soprattutto perchè non è schiava dei canoni restrittivi della musica elettronica e industrial ma ricerca costantemente un proprio suono sempre più innovativo e ricercato. Ne sono la prova le splendide “Mondo Cane (à Yves Klein)” e “La farmacia dell’angelo” brani trapananti che sottolineano come gli odierni TS siano in grande forma. Un disco da avere assolutamente e consumare.
Sito web: www.teatrosatanico.it

(Nikita)


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Italian language review of  XX  in ONDA ROCK web-zine pages ( http://www.ondarock.it/recensioni/2013_teatrosatanico_xx.htm )

TEATRO SATANICO
Xx
2013 (Nedac Edizioni)


Lavoro un po’ di transizione per i Teatro Satanico, gruppo storico che affonda le sue radici nel sottobosco “intransigente” della musica industriale Italiana, e che si è creato uno zoccolo – forse non abbastanza nutrito, e qui sta al lettore rimpolparne le fila – di affezionati alla loro visione in bilico tra rumore e struttura, ironia e perversione, microcosmo e macrocosmo.
Difficile tracciare una linea continua nella loro carriera senza stare a divagare all’infinito su una singola uscita (spesso in edizioni molto poco pubblicizzate o limitatissime), che nella realizzazione spesso grezza nasconde sempre un intero mondo. Gli esordi su cassetta li vedono declamatori di ossessioni personali, macabre e morbose, su basi rumoristiche.
Sebbene siano stati prolifici e certamente apprezzati in questa veste, si svincolano nelle varie uscite dalla semplice staticità e alienazione di un suono/non suono dedicato all’orrore personale (consigliato su questo versante è l’album “Muzakiller”), per dedicarsi in maniera più ampia alla manipolazione del sound in episodi come “Alma Petroli” (la cui ricerca è accostabile a quella di certi lavori di Asmus Tietchens), la musica folk “alpina” di “Pan Ist Tot”, la disco music mutante di “Disco Cianciulli”, la glitch che compare a sprazzi in “Black Magic Box” e più pesantemente in “Chidakasha”.
Ogni uscita diventa un mondo a sé stante, rimanendo però sempre fedele alla loro impronta identificativa che sembra un oscillare tra sacro esoterico e sordido profano, ironia e condanna, completando la gamma di umanità intermedia con adeguati quadri (più o meno) musicali.
E per mantenere la tradizione di discontinuità, in questa breve uscita su vinile si celebrano sia il passato, includendo nella seconda facciata due pezzi storici come “Comandante Bruno” e “Confesso tutto!”, sia il presente che cerca una strada vicina alla canzone vera e propria, financo alla melodia di spessore.
L’ascolto del disco in questione è decisamente apprezzabile, calmo, quasi meditativo ma non nel senso della musica d’ambiente quanto in quello della riflessione su sé stessi. Riflessione che necessita di una trama sonora non aggressiva, accessibile, più maliconica che solenne, a partire dalla iniziale declamazione del titolare Devi(l)s G. dedicata a Yves Klein (controverso artista nizzardo i cui densi dipinti monocromi sono echeggiati dalla copertina stessa) di cui possiamo dare in anteprima il testo, che può servire come linea-guida per tutta la poetica del Teatro Satanico:

Défends-moi de la superficialité,
de la cruelle stupidité,
de l'arrogante imbécilité,
de la raillerie du grossier.

Protège-moi du pilori,
du critique qui juge à priori,
des insultes de la populace,
aveugle dans sa grimace

Oh Mon Dieu, oh Mon Diable,
protège-moi de ce monde misérable!

Oh mon Dieu, oh mon Diable
chasse au loin le chien exécrable!

Et toi la Mort, pieuse Mort
aux lèvres bleues, Mort sans tort
accorde-moi l'oubli
dans le bleu sans limite

Il tono generale del mini-album è pacato, sebbene alterni un suono freddo con una decisa sterzata verso una sorta di pop sofisticato, reso ancor meno banale da testi “contro” (contro una società insulsa, contro l’ipocrisia strisciante, contro il mondo intero con le sue storture e deviazioni). Tra essi spiccano alcune soluzioni tintinnanti in “La farmacia dell’angelo” o “The Owl”, che possono ricordare i Coil di “The Ape of Naples”, i tetri sintetizzatori analogici de “Il teatro della memoria”, se non addirittura qualche tocco di elettronica vintage non lontana dal kraut-rock più accessibile, la declamazione quasi Ferretti-ana di Kalamun e un ampio corredo di suoni.
Un’eccezione evidente è il finale “L’Occidente”, con un incedere decisamente più cupo e una certa ruvidezza tutt’altro che spiacevole, vicina alla musica industriale, accattivante nel suo ritmo - non stupisce che dal vivo siano stati accostati a un gruppo synth-punk!
Si è parlato di lavoro di transizione per questo "XX", perché alla fine la ricerca melodica non riesce a raggiungere il traguardo della canzone pop memorabile (se poi è quello il fine) alternativa, né lo slancio epico che sembra essere lì a un passo. Il concertrarsi sul lato canoro è un’ottima mossa, anche se le doti vocali non sono all’altezza della bravura con i sintetizzatori. Quindi il lavoro sembra rimanere appeso in qualche modo, tra l’immediato e il complesso, facendosi apprezzare anche se probabilmente i risultati migliori sono riscontrabili nei territori precedenti, più sperimentali.
I due pezzi del lato B invece sono una celebrazione dei primissimi brani che fecero la fortuna del progetto ai suoi esordi, facendone un fenomeno di culto nel circuito alternativo. Sono pezzi relativamente famosi, che trasudano un’ostilità inebriante e appagano con sottile e malvagio compiacimento. Nessun suono estremo, ma un’evocazione minimale, con cruda, ossessiva atmosfera di contorno.
In breve, un’uscita che nasconde dietro un’apparente semplicità una mole di lavoro che si gusta con l’andare degli ascolti dedicati, anziché ai rumoristi incalliti, agli amanti della musica elettronica moderna.

Federico Gennari


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via ZOS KHEM youtube channel ( http://www.youtube.com/user/zoskhem ) you can hear a track taken from FEAR IN A HANDFUL OF DUST, full lenght album by LUNUS (a Teatro Satanico solo&side-project by Devis Granziera)

http://www.youtube.com/watch?v=mrWKsXuBvVY

If you wish to get one copy  this Lunus release you can do it via OLD EUROPA CAFE

http://www.oldeuropacafe.com/main.php?nav=pd&prdct=12298


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Funny Italian language review of  FEAR IN A HANDFUL OF DUST by underground culture Italian scholar & writer Vittore Baroni
( https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10200778434997966&set=a.1093422490529.2016431.1075553695&type=1&theater )


Lunus – “Fear in a handful of dust”

Berlusconi condannato. Terminato. Oppure rigenerato dalle  cattive tossine prodotte dalla condanna definitiva (come si  conviene ad una vera forza del male). “Paura in una manciata di  sabbia” (citando TS Eliot). Lunus è un progetto solista di Devis  Granziera e questa è una delle sue tante produzioni in tiratura  ultra-limitata, 44 copie numerate  e firmate su cd nero/bianco e adesivo di un graffitello  satanico per copertina. Sette brani, tra cui già per me nota  “Soli Soli Soli”, presentata da Teatro Satanico alla rassegna dedicata a Lorenzo Viani “Liberato Mondo” organizzata da BAU  il 18 maggio scorso qui a Viareggio. Troviamo scarne  invocazioni ritualistiche abbinate a fruscii e rumori  trattati, ma anche più corpose pulsazioni ritmiche synth-noise  e cadenze techno-industrial più in linea con le ultime  creazioni del Teatro Satanico, ibridando le origini esoteriche  del progetto con aperture ritmico-melodiche che arrivano a  lambire territori krautrock e funk-industrial. “There is no  escape, no way out” (“Fear”). Pare che Mr. B abbia convocato I  più potenti sciamani e occultisti del pianeta per officiare un  potente rito di magia sessuale (in codice The Berluscon  Working) che ribalti le sorti delle sue ultime vicende  giudiziarie. Urge come contromisura 100 ascolti compulsivi con  Cura Ludovico dell’opera omnia di “Devils” G. Oppure tutto  come prima.

Vittore Baroni

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NEXTCOMING

Teatro Satanico Live in Berlin @ Urban Spree, in November 1st

featuring also

MODERN WITCH
NIEDOWIERZANIE
&
DJ set by NICOLAS FLAMEL

more detailed infos will follow next time


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about XX , the new Teatro Satanico album released by Nedac Editions, if you are working in the music-field (as journalist, ziner, blogger or what else) you can write to our official Press Office agent

Stefano Doro
Press Office | Teatro Satanico :
press@teatrosatanico.it

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